campi dorati
con le ombre s’allunga
qualcosa di me
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sulla mia mano
un minuscolo verme:
ha un suo volere
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campi dorati
con le ombre s’allunga
qualcosa di me
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sulla mia mano
un minuscolo verme:
ha un suo volere
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odor di fieno
di stalla, di concime-
lontano nubi
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prato d’abeti
il bosco dei misteri
per noi bambini
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il capo mozzo
il corpo arrovesciato
del grande falco
raglia un asino
annuncia la discesa-
lo specchio d’acqua
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filtra la luce
si riflette sul legno
dal verde al chiaro
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la strada ombrosa
lento è il pedalare
nei piedi il centro
all’improvviso
zittisce la cicala
e ferma il tempo
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di nere anatre
all’ombra di un bel gelso
l’occhio guardingo
sole al tramonto
non ardon le cicale
e dolce è il vento
è spento il sorgo
ma l’aria è più leggera
s’alza la sabbia
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si affianca un’ape
nel viaggio in bicicletta
poi se ne va
squarciato è il ventre
della piccola volpe-
non guardo altrove
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l’acqua scorre
e la cicala canta
tiepido sole
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vecchio granaio
vi fuggon le civette
dal basso fosso
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bianca betulla
dietro, la casa rossa
negli occhi il cielo
arsura estiva
dalla finestra aperta
lontano è il mondo
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luglio, mattina
pedalo contro vento
odor di fieno
sulla mia strada
di due tortore l’ombra
tra loro unite
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entro nell’eco
d’una secca campana
e lì mi perdo
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cade una foglia
gialla nell’aria ondeggia
promette autunno
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