campi dorati


con le ombre s’allunga


qualcosa di me


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sulla mia mano


un minuscolo verme:


ha un suo volere


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odor di fieno


di stalla, di concime-


lontano nubi


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prato d’abeti


il bosco dei misteri


per noi bambini


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il capo mozzo


il corpo arrovesciato


del grande falco


 

 


raglia un asino


annuncia la discesa-


lo specchio d’acqua


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filtra la luce


si riflette sul legno


dal verde al chiaro


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la strada ombrosa


lento è il pedalare


nei piedi il centro

 


all’improvviso


zittisce la cicala


e ferma il tempo


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di nere anatre


all’ombra di un bel gelso


l’occhio guardingo


è spento il sorgo


ma l’aria è più leggera


s’alza la sabbia


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si affianca un’ape


nel viaggio in bicicletta


poi se ne va

 


l’acqua scorre


e la cicala canta


tiepido sole


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vecchio granaio


vi fuggon le civette


dal basso fosso


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bianca betulla


dietro, la casa rossa


negli occhi il cielo


sulla mia strada


 di due tortore l’ombra


tra loro unite


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entro nell’eco


d’una secca campana


e lì mi perdo


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cade una foglia


gialla nell’aria ondeggia


promette autunno