colline rosa
dietro montagne bianche-
dopo le nubi
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colline rosa
dietro montagne bianche-
dopo le nubi
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Tong-Len
ad occhi chiusi
sole nero nel cuore-
diventa luce
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ascoltando la voce di Jack Keouac
beat generation voce d’uomo face inghiotte saliva e sentimento e musica
che gira nella testa di New York nella testa di New York e quel bel mondo
colori e gente e andare. Ma chiusa nella mia casa verde io resto e ascolto
l’altrui voce e dentro di me non risuona se non di vecchio sentire ora che
tutto è piatto, fermo e la tempesta s’è fermata meno male che s’è fermata
quella volta che si prese quell’autobus…
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Un pover’uomo guffante nel buio della sua città senza nome che se ne va
nel cielo nero e blu spinto lassù dai suoi pensieri folli rosa ricchi e noiosi.
Ma poi tornava a casa la sera dal lavoro e se ne stava lì a guardare fuori
dalla finestra il cielo della notte. La sedia a dondolo e la finestra.
La capanna che è la sua casa e la finestra che dà sul cielo hai forse bisogno
d’ altro diceva a se stesso a voce alta.
solo un fagiano
nel gran campo al tramonto-
più fosco il cielo
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è come un Buddha
il sole tra la nebbia-
si spande in luce
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steppa gelata
e il macero che fuma-
passeri in fuga
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s’alza uno stormo
sulla collina verde-
grand’ali nere
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scruto gli alberi
di rondini in attesa-
e poi è già inverno
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un velo bianco
sui campi verde opaco-
intorno il grigio
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come cartone
pestato troppe volte-
gocce di pioggia
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ritorna indietro
il suon della campana-
solo due volte
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