non abbandonarci
fertile suono-
a grandi falcate
di solida ramazza
la gioia fiorisce
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non abbandonarci
fertile suono-
a grandi falcate
di solida ramazza
la gioia fiorisce
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una forbice
squittisce
là nell’aria-
primo mattino
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il silenzio
riempie il cuore, lo vuota-
nell’aria
l’ultimo cinguettio-
poi tace
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passo di marcia
nell’erba alta all’argine-
son forti strappi
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morente un’ape s’aggira per l’aula.
Non vola più, cammina
tra una folla di scarpe, gambe, cattive intenzioni.
Eppure la scampa,
dietro la porta
libera
ora può anche morire
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le antiche mura-
son di mattoni rossi
i miei ricordi
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un cuccciolo di cane lupo,
ben piantato e fulvo,
goffo nella prima corsa,
impacciato, lento
disarticolato e allegro;
la vita che non si guarda,
insomma.
Dietro gli va
paziente il suo padrone.
La tenerezza
è uno strappo nel cuore
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una tribù che passa
son le nubi al tramonto;
ondate rosse
su un sottofondo azzurro.
matematica
e luce,
riflessi,
angoli
e movimento
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Città
dopo l’orrore
una vetrata
una cascata di fiori
un balcone
un rossetto
un caschetto nero
una collana
un raggio
improvviso di sole
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